L’ultima degustazione di vini della Georgia la feci circa un anno fa, e devo dire che rimasi abbastanza sorpreso da quei sentori vegetali di camomilla che mai mi sarei aspettato da un vino, seppur macerato. Ovvio che sapere della possibilità di degustare nuovamente dei vini georgiani è stata accolta da me con assoluto entusiasmo e curiosità. Non potevo mancare a questo evento organizzato da Riserva Grande con il patrocinio dell’Ambasciata della Georgia.
14 i vini in degustazione, 5 i produttori come al solito dal nome quasi impronunciabile, così come terribilmente complesso pronunciare (io me la cavo visto che lo scrivo) il nome di Tamar Tchitchiboshvili, importatrice dei vini in degustazione.
Cantina dell’Unione Sovietica per molti anni, la Georgia ha una grande tradizione enologica. Il vino è prodotto in queste terre da circa 8.000 anni, e il Qvevri, grande anfora tenuta sotto terra, è il segno distintivo di una produzione che indubbiamente fa della Georgia “una storia a sé”, vuoi per il modo di produrre, vuoi per quello che ritroviamo nel bicchiere.
E’ una nicchia. Una nicchia che può riservare sorprese estremamente piacevoli come grandi perplessità per quello che si porta al naso e alla bocca. Ma forse è proprio questa novità a fare dei vini georgiani quel qualcosa di diverso che ti fa venire voglia di provare.
Non molti i vitigni in degustazione, principalmente Mtsvane, Rkatsiteli, Saperavi , e quasi tutti affinati in anfora. Alcuni molto interessanti altri meno, ma credo sia la inevitabile discontinuità di un paese che cerca di passare da un approccio contadino a qualcosa di più “esatto”. Speriamo che questa evoluzione non si trasformi in industrializzazione. Speriamo anche che le difficoltà di importazione non impattino troppo sul prezzo finale di questi vini, indubbiamente capaci di incuriosire, ma per i quali un prezzo non appropriato potrebbe spegnere la voglia di curiosare tra le bottiglie.
Genziana, incenso, sidro… per queste note così particolari ho chiesto aiuto a Maurizio Valeriani di vinodabere.it, mio “compagno di banco” in questa giornata georgiana. Delego a lui l’incombenza di fornire le note degustative in quanto sicuramente dotato di una capacità decisamente superiore alla mia.
VELLINO Mtsvane 2018
Frutta secca, miele, mela, sidro (6 mesi anfora e 6 mesi acciaio), fumè sapido e di grande avvolgenza chiusura salmastra. 93/100
VELLINO Rkatsiteli 2018
6 mesi anfora con finale agrume e mela ed ottima lunghezza minerale. Monocorde ma lungo 92/100
BROTHERS KHUTSISHVILI Rkatsiteli
Fumè e grande lunghezza minerale e iodata. Frutta secca e finale marino e floreale. 94/100. Carattere.
ABDUSHELISHVILI Rkatsiteli 2019
Miele, dolciastro fumè. tendenza dolce e volatile. 85/100
ABDUSHELISHVILI Rkatsiteli 2018
Sconnesso, piccolo e amaro. 82/100
8MILLENNIUM Rkatsiteli 2018
Minerale, genziana tendenza amara e finale da distillato 90/100
8MILLENNIUM Rkatsiteli 2017
Frutta matura mela e pera. Salmastro. Manca un filo di sapidità. 85/100
NAPHERI Saperavi Qvevri 2019
Mela, sidro e grande lunghezza agrumata e di frutta secca. Finale iodato e marino. Lunghezza salmastra. 95/100
NAPHERI Tsarapi Rkatsiteli Qvevri 2019
Genziana, maturità del frutto e dolciastro. miele mela cotogna. 85/100
BROTHERS KHUTSISHVILI Kisi 2017
Difficile da valutare. Probabile tappo?
VELLINO Tavkveri 2019
Frutti rossi, lamponi, mora semplice e di buona bevibilità.
Sembra una schiava gentile semplice dell’Alto Adige. 87/100
BROTHERS KHUTSISHVILI Saperavi 2017
Ematico; incenso, frutta matura. 83/100
VELLINO Saperavi 2018
Ridotto, sapido, piccolo, oliva e finale frutti rossi. 84/100
NAPHERI Saperavi Qvevri 2019
Grande lunghezza balsamica, sapido e succoso, agrumato 92/100
8MILLENNIUM Saperavi 2017
Ematico, vinoso, piccolo floreale 85/100