Un passito lungo quanto un film

Che mi piacciano i vini passiti è cosa nota.
Che cosa sia un “passito” invece non è cosa nota a tutti. O meglio, mi sono reso conto che alla parola “passito” la gente associa sempre il concetto di “quel vino dolce, troppo stucchevole ….” che non a tutti piace.

Il punto è che ci hanno abituato al passito da scaffale. A quel passito fatto di vino e zucchero, tanto zucchero che come dico io “ne devi bee un secchio, gelato, per poi doverne bere ancora, fino a dover bere acqua per togliere il dolce dalla bocca”.

Una cosa è certa. In molti non hanno assaggiato un passito – o vino dolce che dir si voglia – come si deve.
Sfido io, se lo trovi sulla scaffale a una decina di euro…. se solo sapessi quanta fatica comporta fare un passito capiresti che la spesa dovrebbe essere un’altra.

Però, qui non mi voglio dilungare su ciò che è il passito e sul suo valore. Vi dico solo di fare una prova. Per una volta aprite meglio la vostra tasca e stanziate un budget di – diciamo – 25/30 euro (senza fare nomi). Si, il triplo…
Fatevi consigliare e portatevene a casa una bottiglia.
Preparate quindi un bicchiere – mi raccomando avete speso una fortuna, prendete il bicchiere giusto! – e versate due dita del vostro passito nel bicchiere. Prendete posizione sul divano e iniziate a vedere il vostro film preferito.

Mettete il naso nel bicchiere…Toh! ma guarda che profumo diverso….sole, prima di tutto, poi uva passa, fichi secchi , datteri e tutto quel ben di Dio che farà del vostro passito una cosa diversa dal solito. Ah, dimenticavo, provatelo a temperatura ambiente.

Gustatevelo sorso per sorso poi, alla fine, a bicchiere vuoto, metteteci di nuovo il naso e vi accorgerete che il vino sembra essere ancora nel bicchiere.

Il film è finito.
Nel vostro bicchiere ancora persiste il profumo del vostro investimento.
Ora, ne avete bevute due dita scarse (non un bicchiere, non due) e vi è piaciuto molto.
Ma ditemi, a questo punto, quale costa di più, quello dello scaffale o quello che avete preso oggi?
Quale riprendereste?

Provare per credere.

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Maurizio Gabriele

Maurizio Gabriele

Fondamentalmente un curioso. Programmatore e sistemista pentito, decide di virare in modo netto verso il mondo della comunicazione, caratterizzato da progetti decisamente più stimolanti. Attratto dalla cucina sia come forma di espressione che di nutrimento e, inevitabilmente, dal vino. Sommelier dal 2018. In giurie internazionali dal 2020. Writer per passione. Entusiasta per scelta di vita.

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