Tripudio Barbera

In competizione con le bollicine di fine anno… su, su, caro Vinix, ho aderito alla cordata, l’ordine per Cantine Barbera l’ho fatto. Che ne dici di consegnare il sacro nettare?

Aspettavo questo momento. Sarà perché Marilena racconta bene la passione e l’amore per la sua terra e il suo vino, sarà perché mi ritrovo sempre più spesso a bere siciliano, fatto sta che aspettavo questa spedizione come un bambino il 24 sera prima di scartare i regali.

Belle, le scatole. C’è scritto “SICILIA” con caratteri grandi e in grande stile. Non c’è alcun dubbio né sulla provenienza, né sulla voglia di Marilena di “appartenere”.

Belle pure le bottiglie. E pure le etichette. Leggo da qualche parte che alcune etichette sono scritte a mano in quanto Marilena non ha ancora trovato una grafica soddisfacente: non ci credo. Io credo piuttosto che fosse voglia di far passare fino in fondo il concetto di “hand-made”, di artigianalità, di passione e fierezza per il proprio lavoro.

Ne ho un portabagagli pieno, che ancora non scarico per il desiderio di centellinarmi anche “lo spacchettamento” in un momento di pace. Microcosmo, Arèmi,  Ciàtu, Bambina, Albamarina, Coste al Vento, Nero D’Avola, Inzolia. Avrò un bel da fare.

Capodanno. Cena a casa di amici mentre Federico è in teatro, e a 13 anni festeggerà il suo primo capodanno in autonomia, con la su compagnia…
Il menu è molto vario, per cui c’è spazio sia per bollicine che per un rosso.

Mi presento con il Ciàtu #2 di cantine Barbera. E’ un Alicante.Dal sito di Marilena leggo che “L’Alicante è una varietà di origine spagnola, probabilmente introdotta in Sicilia durante le dominazioni del XV-XVI secolo e diffusa in molte regioni del Mediterraneo, dove è conosciuta anche con il nome di Garnacha, Grenache e Cannonau

Apriamo, guardiamo, annusiamo. Lo faccio anche con Massimo (già sommelier AIS).
Si sente che è un vino “vero”, senza troppi aggiustamenti di cantina.
In prima battuta lo troviamo un po scontroso. Sicuramente non un vino “piacione” come oramai se ne incontrano tanti, uno di quelli che entrano subito i sintonia con il tuo palato. Però non abbiamo fretta, e decidiamo di darci il tempo giusto per “entrare in confidenza” con questo vino. E il vino ci viene incontro. Nell’arco di una mezz’ora e di qualche mezzo bicchiere lo ritroviamo cambiato, più morbido, come se questo vino si fosse sentito prima un intruso e poi un ospite in perfetta sintonia con tutta la tavola.

Si fa bere. i profumi dichiarati ce li troviamo tutti. E’ tosto. Non a caso si è fatto largo tra le bollicine di fine anno.
Finiamo in bellezza, con la nota piacevole di aver anche  contribuito – seppur in maniera microscopica – al “Progetto Oltrevino” a favore di bambini autistici.
Buon anno. E buon anno anche a me, che ne ho tanti da degustare, e preparo i bicchieri in fila come fossero soldatini…

 

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Maurizio Gabriele

Maurizio Gabriele

Fondamentalmente un curioso. Programmatore e sistemista pentito, decide di virare in modo netto verso il mondo della comunicazione, caratterizzato da progetti decisamente più stimolanti. Attratto dalla cucina sia come forma di espressione che di nutrimento e, inevitabilmente, dal vino. Sommelier dal 2018. In giurie internazionali dal 2020. Writer per passione. Entusiasta per scelta di vita.

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