Per me che sono di Roma, pensare a Orvieto equivale a pensare alla classica escursione domenicale in una città da sempre accogliente. Significa farsi una lunga camminata per il corso respirando una atmosfera che è rimasta inalterata nel tempo. Significa sedersi a tavola con la certezza di mangiar bene per poi tornare a casa soddisfatto e quasi beato.
Oggi per me Orvieto significa vino. Bello sentir parlare di vino dentro un Teatro, il Teatro Mancinelli, che non conoscevo e che si presenta immediatamente come perfetto contenitore per “Benvenuto Orvieto di Vino 2022”, manifestazione organizzata dal Consorzio Vini di Orvieto.
A parte la presentazione iniziale di dati ed estensione geografica della DOC, l’attenzione è rivolta ai terroir dell’Orvieto doc. Vulcanico, Sabbioso, Argilloso, Alluvionale: quattro assaggi da bottiglie servite al nostro tavolo con la finalità di rappresentare le peculiarità di questi quattro terroir. Grechetto e Procanico protagonisti come da disciplinare per almeno un 60%, poi, fino a un 40% di altre uve a bacca bianca locale.
C’è anche un rosso, nella degustazione, un blend di Sangiovese e Canaiolo, ma sono ancora i bianchi a dominare la scena.
E poi si parla di muffa nobile e del potenziale offerto dai vini dolci. Da non dimenticare che quello di Orvieto è uno dei territori nei quali la Botrytis Cinerea già manifestò la sua presenza dal lontano 1933.
La sesta bottiglia è quella del muffato, con la sua lunghezza, il suo miele e la sua frutta secca ci accompagna verso la fine di questa mattinata. Una mattinata resa interessante anche dai racconti del Prof. Attilio Scienza, dei vini “medicamentosi”, dello stretto legame con la via Francigena, dei vini chiamati con i nomi dei luoghi di produzione e non delle varietà, dell’uva coltivata in città ma lavorata nelle campagne e dei vini del passato, sostanzialmente basati sulla ossidazione.
Consapevole del fatto che ogni volta mi rendo conto di saperne un po’di più, ma anche del fatto che navigare nell’universo vino presuppone l’accettazione di un punto di arrivo irraggiungibile, ci avviamo verso il Palazzo dei Sette per i banchi d’assaggio e per soddisfare quel “leggero languorino” che oramai comincia a prendere forma.
Proviamo più o meno tutto ma, come sapete, Wining.it è più per i racconti che per le “schede tecniche” dei vini o per assegnare punteggi ai vini provati. Senza dubbio chiudiamo con passiti e muffati, quei vini del “buon ricordo” per i quali – confesso – ho un debole.
Prima di andare via scambiamo due chiacchiere con Giulia Di Cosimo, vice presidente del Consorzio. Ho 19 anni, e non me ne vogliate se trovo piacevole trovare una persona giovane che sprizza energia ed entusiasmo per questo incarico.
Grazie per la bella giornata.