Ci invita a cena uno coppia di amici. Lui, Francesco, ha vissuto per diversi anni a Bormio e, questa sera, ho capito che il tema di questa cena sarà “di quelle parti”…
Non ho mai bevuto lo Sforzato (Sfursat) valtellinese.
Per chi non lo sapesse, lo Sfursat è un vino passito. Attenzione, passito non vuol dire necessariamente “dolce”. Anche l’Amarone è un vino passito, ma non per questo è un vino dolce.
Lo Sfursat gode di un appassimento naturale delle uve di Nebbiolo, o meglio “Chiavennasca” come si chiama da queste parti. Il termine “Sfursat” deriva proprio dal fatto che vine forzatamente lasciato ad appassire sulla pianta.
Abbiamo bevuto il 5 Stelle Sfursat di Nino Negri, prima casa vinicola valtellinese per la produzione di questo vino.
Lo producono solo nelle annate migliori, facendogli fare 16 mesi di legno altri 6 in bottiglia.
Abbiamo bevuto un 2015. Un vino a mio avviso strepitoso.
Perfetto con il risotto al Bitto e con tutto il resto della serata.
E’ un vino che prende il “comando della serata” e che fa convergere tutta la serata sul bicchiere nel quale è stato versato.
Ma ci siamo fatti distrarre con estremo piacere dalla struttura e dalla sua intensità.