Ebbene si, quella che si intravede è la mia carbonara.
Sembra buona vero? Non una carbonara qualunque, ma il piatto di cui io vado fiero.
Non è da molto che mi ha preso il trip della cucina, ma una cosa mi è stata chiara fin dall’inizio: se usi materie prime buone, sei a metà dell’opera. Certo, la qualità ha un costo, ma il risultato è tale da portarmi a preferire di mangiare meno ma meglio.
Se usi un pecorino buono, non salato, se usi una pasta “meno commerciale” (che poi alla fine parliamo di un euro e mezzo di differenza…), se usi un guanciale come si deve, alla fine mettendo insieme passione e un po’di tecnica, il risultato lo porti a casa facilmente.
Avere materia prima di qualità è una pretesa assurda per un 19enne? Forse
Magari lo è ancora un po’ di più quando – se la mia carbonara è venuta bene – nasce anche il desiderio di bere bene.
Qui tocchiamo un tasto dolente.
Se è vero che con qualche euretto in più riesci a gestire un carrello della spesa di qualità superiore, con il vino potrebbe esserci qualche problema.
Ma le soluzioni ci sono. Ad esempio, fare un piccolo investimento e comperarsi pompetta e tappi per fare il sottovuoto nella bottiglia aperta: un piccolo rimedio per fare in modo che il vino duri qualche giorno in più. Oppure, meglio ancora, fare gruppo, unendosi tra amici e facendo in modo che il costo bottiglia possa diventare alla portata di tutte le tasche.
Io preferisco la seconda ipotesi.
Del resto, cosa c’è di più sociale di un bel bicchiere di vino?
PS.
Battete un colpo quando volete essere coinvolti per condividere una bottiglia (che poi, spesso e volentieri, la faccio fuori a mio padre 🙂 )