Siamo in viaggio di ritorno dalla Puglia e non posso non fare una deviazione per Montefusco, in Irpinia, per andare a trovare Paolo Mastroberardino. Ho avuto il piacere, in periodo di lockdown, di partecipare ad una bellissima degustazione con gli amici di vinodabere.it e il al richiamo verso queste terre e verso l’azienda Terredora di Paolo è stato troppo forte.
Paolo è un perfetto padrone di casa. Un produttore veramente innamorato del suo lavoro e della sua terra. Forse è per questo che il nostro incontro ci fa capire da subito il desiderio di Paolo di trasferirci tutto quello che è la sua azienda, l’approccio al suo lavoro, la sua terra, il suo territorio.
L’ingresso è colmo di targhe e premi, quei segni che raccontano di una lunga tradizione iniziata da papà Walter (sempre presente in azienda). Paolo ci accoglie e inizia a guidarci all’interno della sua azienda. Ma non è la solita visita. Passiamo attraverso silos e barriques, ma Paolo ci tiene a farci capire il lavoro che c’è dietro le quinte, e quindi ci permette di mettere il naso anche nel suo hangar, lì dove sono parcheggiati i suoi mezzi agricoli e, pronti per l’uso, i prodotti per i trattamenti del giorno dopo.
Zolfo, rame, zeolite e derivati di alghe. Ma a Paolo non piace ostentare il suo rispetto per la terra. Le sue pratiche in vigna devono fare i conti più con il suo modo di essere e con la sua coscienza più che con un “disciplinare”…
E’ imponente anche la struttura delle sue “attrezzature”, con dei vinificatori rotanti (mia definizione) che sembrano capsule spaziali, così come particolarmente interessante la gestione del freddo, che sembra essere alla base di molte tecniche di cantina.
Poi però saltiamo in auto, alla volta delle sue vigne, inerpicandoci per vialetti che ci permettono di dare forma a quei nomi che abbiamo finora visto solamente sulle etichette. Siamo a ”Terre degli Angeli”, dove il suo Greco di Tufo ha origine, e rimaniamo estasiati dal panorama.
Ma non basta. Paolo ci porta sulla terrazza del belvedere di Montefusco ed è lì, che con un approccio da perfetto innamorato, ci racconta visivamente il suo territorio. Ogni montagna, ogni vallata, ogni variazione di colore per raccontarci dove si produce Aglianico, dove Falanghina, dove Fiano e così via.
Ma che bella questa Irpinia. Un luogo da scoprire. Meglio se facendosi accompagnare dal carattere dei vini di Paolo. Siamo infatti in viaggio alla volta di Roma e per questa volta nel bicchiere abbiamo messo solo acqua. E’ ancora fresca però la memoria di una meravigliosa degustazione fatta con Vinodabere.it una occasione nella quale ho avuto modo di apprezzare (mi ripeto, lo so) il carattere dei suoi vini bianchi così come la profondità e l’eleganza dei Taurasi, in particolar modo del Pago dei Fusi 2011, un vino che vorrei avere sempre al mio fianco in quelle serate nelle quali quello che mi piace chiamare “ritmo lento” è alla base dello star bene.
Grazie Paolo, ho avuto modo di conoscerti per i tuoi vini.
Mancava però qualcosa.
Adesso ho tutto per rendermi meglio conto di quanto è bella la tua terra e di quanto di te c’è dietro ai tuoi vini ????