Paolo Ippolito ha vissuto a Roma per tanto tempo, non a caso parlando con lui ho avuto la sensazione di parlare con un mio concittadino. Però, ad un certo punto, è inevitabilmente scattato il richiamo della sua terra, di quei 170 anni di storia da mettere a frutto, di quei 100 ettari affacciati sul mar Jonio e sull’inevitabile desiderio di valorizzare un territorio e i suoi vitigni autoctoni.
Mi sembra di parlare con un amico. Una persona che ha ben chiaro il concetto di comunicazione e di come far percepire questo cambiamento, soprattutto in considerazione di una terra tanto bella quanto difficile. Trovo anche tanto entusiasmo e fierezza nel parlare dei suoi vini – Ippolito 1845 – e dell’utilizzo di vitigni autoctoni come il Pecorello (confesso, non lo conoscevo).
Vini freschi, diretti, profumati.
Abbiamo bevuto “Mare Chiaro”, eravamo al Vinòforum, ma in quel calice, il mare c’era tutto 🙂