Matite, unghie e sigari

Quando e se parteciperete ad una degustazione guidata da un sommelier, vi troverete spiazzati nel momento in cui comincerete a sentire frasi del tipo “sentori di grafite…  smaltotabaccogoudron“.

No, non è uno scherzo. Stiamo parlando di sentori (o profumi) “terziari”, tipici di un vino che sta vivendo un processo evolutivo.
Il vino è materia viva. Una materia che, come tutte le materie vive, tende ad evolversi, cambiare e modificarsi.
Processi che nel vino convenzionale  si tende a “controllare” (se non di più) e nel vino naturale si lasciano invece agire minimizzando l’intervento umano.

Quindi, c’è una evoluzione naturale della materia.
Tenendo sempre presente che la fermentazione completa avrebbe come punto di arrivo l’aceto, è facile pensare al vino come “qualcosa in perenne movimento“, ed è durante queste trasformazioni che si generano quelli che abbiamo chiamato “sentori terziari“.

Alcuni di questi sentori sono tipici del processo evolutivo, altri sono dovuti al “contenitore”.
Prendiamo ad esempio il legno di una botte. Come sapete il legno respira, di conseguenza c’è uno scambio di ossigeno tra il vino e l’esterno, passando per il legno della botte. Un legno che potrà avere una grana fine o grossa e che in questo passaggio rilascerà i suoi profumi caratteristici al vino.  Ad esempio vaniglia, tostatura, spezie e via dicendo.

Quindi, quando sentirete parlare di sentori strani, sappiate che alcuni sono tipici dei processi evolutivi (es. lo smalto, la vernice…) altri dovuti al legno (spezie, tostatura, cuoi , tabacco etc.).  Ma attenzione, sentire “smalto” non vuol dire che un vino sia andato a male, anzi tutt’altro….

Una nota particolare la voglio fare per i vini naturali.
Stappare una bottiglia di vino naturale potrebbe riservare la sorpresa di trovare qualche “puzzetta” in più nel bicchiere.
Attenzione, un conto è la “puzzetta” un conto il cosiddetto “topo“, vale a dire quel sentore di buccia di salame che ci indica chiaramente che qualcosa non è andato nel verso giusto.

Ecco, cercate di andar oltre la puzzetta; ho bevuto vini naturali scorbutici all’inizio ma che poi si sono rivelati strepitosi.
Dategli tempo, fateli “svegliare”, assaporatene con calma i cambiamenti.
Ma se sentite “il topo”, riportateli a chi ve li ha venduti! 🙂

Magari, alla prossima degustazione, mettetevi alla prova con un rosso (con qualche anno in più) e iniziate a cercare…

Buona degustazione!

 

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Maurizio Gabriele

Maurizio Gabriele

Fondamentalmente un curioso. Programmatore e sistemista pentito, decide di virare in modo netto verso il mondo della comunicazione, caratterizzato da progetti decisamente più stimolanti. Attratto dalla cucina sia come forma di espressione che di nutrimento e, inevitabilmente, dal vino. Sommelier dal 2018. In giurie internazionali dal 2020. Writer per passione. Entusiasta per scelta di vita.

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