Sole, vento, mare, vino, gente, cibo, musica, barca, bicicletta, aereo…. e poi musica, chiacchiere, condivisione, sapori, profumi, risate e .. e non sapere da dove cominciare.
Si, è difficile riuscire a trovare le parole giuste per descrivere questa tre giorni di condivisione. Non ero mai stato in questa parte di Sicilia e, senza dubbio, la mia “prima volta” non poteva essere migliore, e lo dico non perché io abbia incontrato una ospitalità senza precedenti se non per il fatto che il Mandrarossa Vineyard Tour non è solo l’evento di un produttore ma bensì un raro esempio di come possa essere possibile organizzare tre giorni di evento coinvolgendo un intero territorio.
Non me ne voglia nessuno, quindi, se inizio da Filippo, l’autista dello scuolabus che ci riportava in paese dopo la discesa verso mare fatta in bicicletta, ovviamente attraverso i vigneti.
Con Filippo è bastato un chilometro scarso per iniziare a chiacchierare sullo stato delle vigne, due chilometri per darci del tu, tre chilometri per scambiarci i telefoni e quattro per scendere dallo scuolabus con l’omaggio di una bottiglia del suo vino.
Ecco, sono partito da Filippo per cercare di far capire come un evento possa coinvolgere tutto un territorio. Dai giovani alle associazioni del luogo. Dal vigile urbano alle signore della Brigata di cucina (uso volutamente la “B” maiuscola tanto sono brave). Un evento che parte dal paese e arriva al mare, passando per piste ciclabili, pinete, colline, cantine e vigneti. Un evento che inizia in una Fattoria bio con cena informale all’insegna del pomodoro e che finisce con due “star” come Andrea Lo Cicero e Valeria Raciti a sfidarsi ai fornelli.
Boh…sto provando a raccontare questa “tre giorni” ma perdo in continuazione il “filo”. Vuoi perché parlerei della disarmante capacità organizzativa di Roberta Urso, onnipresente, vuoi per l’approccio creativo di Francesco Tiralongo, ma anche per il piacere nel vedere messo in opera un approccio di marketing e una visione aziendale diversi dal solito.
Ma torniamo al vino, vero protagonista di queste giornate. Tra una pedalata, una sfida ai fornelli e un piacevole bivacco in pineta a stuzzicare sarde, non potevamo non approfittare delle degustazioni tecniche in programma, soprattutto se “raccontate” con l’entusiasmo e il coinvolgimento di una “conduttrice” come Roberta Urso.
Carthago, Tenuta Sommacco e Timperosse li conoscevo abbastanza bene, per cui mi sono lasciato incuriosire dai loro “Vini dell’estate” ed ho avuto modo di apprezzare in particolar modo Urra di Mare, un sauvignon blanc di tutto carattere, il Cala dei Tufi, una vendemmia tardiva 100% chardonnay (piacevole la non stucchevolezza e la lieve nota affumicata) e non ultimo il Calamossa, un curioso vino “mosso” da vitigni autoctoni che vorrei provare con il mio prossimo spaghetto alle vongole.
Cari amici di Mandrarossa, ci avete rimpinzato con pietanze siciliane, sapori e vini che non conoscevamo.
Ci avete raccontato storie.
Ci avete anche fatto svegliare alle 6 per andare in gita.
Ci avete fatto divertire.
E’ così che si fa.
E’ così che si promuove un territorio e non me ne vogliate se parlo di territorio più che di vino.
Del resto, tenere insieme 2.000 viticoltori su 6.000 ettari di superficie vitata non deve essere uno scherzo.
Ma voi, sembra che ci siate riusciti.