L’enigma della bottiglia

L’ho trovato ad Arles, lo scorso anno, e ogni volta che ne apro una pagina ne vengo rapito. Questo capitolo si chiama “L’enigma della bottiglia“. Quale enigma? Quello di non trovare sempre differenze tra una bottiglia e un’altra. Ma quello che mi affascina di questo libro del 1932 è l’analisi dei fattori che possono intervenire nei cambiamenti del vino. E’ bello trovare un punto di incontro tra quello che leggo e quanto raccontato con estrema passione e vigore da Sandro Sangiorgi nell’ultimo corso di avvicinamento al vino 🙂 Il primo fattore è la luna: “une influence considérable“. Nessuno si affiderebbe mail il destino di una barrique al “capriccio di una luna nuova… Poi il vento. Poi l’annata – si cita il 1928 come perfetta e il 1930 come triste. Ma l’attenzione viene rivolta allo zucchero.  Lo zucchero che regola a Bordeaux la presenza del tannino e regolarizza la “funzione alcolica” in Borgogna. Non c’è zucchero? Nessuna maturazione possibile… Poi si parla dell’importanza del tappo, da trattare con acqua distillata. Ma la cosa più interessante, a mio avviso, è come l’autore tratta i fattori ambientali. Camion e automobili da evitare “j’ai le regret de dénocer ici le méfaits de ce criminel véhicule digne de la barbarie américaine…” Ma anche l’elettricità, la luce, o “lame di piombo” e parafulmini per proteggere le cantine. Quindi il riscaldamento e tutto ciò che è conseguenza di un processo di civilizzazione, considerato il vero nemico delle cantine. Oggi si parla di “vino naturale“. Quello che leggo, del 1932, descrive tutto ciò che è rispetto per il vino e per la sua conservazione. Un approccio “naturale” che non ignora la luna, l’ambiente e i problemi della civilizzazione. Un approccio che evidentemente ignorava la chimica, quella chimica che oggi rende i vini “perfetti”. Forse troppo perfetti. Un libro meraviglioso che mi sono meritato 🙂 grazie a ore di ricerca nelle bancarelle della Provenza. Volete saperne di più? Invitatemi a cena e stappate un Borgogna. Sarà l’occasione per approfondire…
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Maurizio Gabriele

Maurizio Gabriele

Fondamentalmente un curioso. Programmatore e sistemista pentito, decide di virare in modo netto verso il mondo della comunicazione, caratterizzato da progetti decisamente più stimolanti. Attratto dalla cucina sia come forma di espressione che di nutrimento e, inevitabilmente, dal vino. Sommelier dal 2018. In giurie internazionali dal 2020. Writer per passione. Entusiasta per scelta di vita.

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