L’eleganza dei vini di Gianfranco Fino

Dovrei iniziare a parlare di Gianfranco Fino partendo dai suoi vini, dell’eleganza, profondità e rapporto intimo che si riesce a stabilire in un batter d’occhio con i suoi vini, ma io, come sapete, cerco di anteporre al vino le persone e le storie in quanto credo che siano i racconti a dare al vino quel fascino in più che a volte l’eccesso di tecnicismi tende ad appiattire.

Poi però mi passano davanti “Es” e “Sa”.
Nel tentativo di farti “distrarre” da quello che ti arriverà in bocca, puoi decidere di riservare le tue attenzioni sull’intensità del colore, sui tanti sentori da ritrovare nel naso, piuttosto che dall’eleganza della sua etichetta. Ma è un tentativo inutile, questo vino rapisce e distrae, e pretende attenzione.

Usciti da questo breve ma intenso momento di estasi, ritorniamo sul tempo passato con Gianfranco in questa calda giornata salentina. Iniziamo la nostra chiacchierata in cantina partendo dalle sue origini, da una passione che lo ha portato a scegliere gli studi di agraria fino al giro di boa del 2004, anno nel quale ha iniziato la sua vera attività con un piccolo vigneto.

Piccolo, ma capace di portare tante soddisfazioni, premi e riconoscimenti per un viticoltore “non toscano”, “non piemontese”, “non”.
Semplicemente pugliese.

Ti accorgi che di passione nell’aria ce n’è ancora tanta quando, in viaggio per una visita in vigna, Gianfranco si avvicina ai suoi alberelli per coglierne un acino. Per noi un semplice “chicco d’uva”. Per lui un sofisticato strumento di analisi che l’assaggio in sequenza di buccia-polpa-vinacciolo riesce a definire se è o non è ora di vendemmiare.

E poi la nuova cantina. Ancora in fase di costruzione ma è talmente forte l’entusiasmo che nonostante il bianco abbagliante della pietra usata riusciamo a immaginarla né più né meno come nelle ricostruzioni animate di Piero Angela.

Bella sopra, da dove si ammira un panorama mozzafiato.
Bella in mezzo, dove le finestre sono (saranno) quadri immersi nei vigneti.
Bella sotto, dove ti lasci ancora una volta prendere dall’immaginazione per capire esattamente cosa sarà la sua nuova cantina.

Salutiamo Gianfranco e ci rimettiamo in viaggio.
Cosa ci resta di questo incontro?
Eleganza. Rispetto per il territorio. E ancora passione. Tanta.

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Maurizio Gabriele

Maurizio Gabriele

Fondamentalmente un curioso. Programmatore e sistemista pentito, decide di virare in modo netto verso il mondo della comunicazione, caratterizzato da progetti decisamente più stimolanti. Attratto dalla cucina sia come forma di espressione che di nutrimento e, inevitabilmente, dal vino. Sommelier dal 2018. In giurie internazionali dal 2020. Writer per passione. Entusiasta per scelta di vita.

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