Difficile arrivare e districarsi tra le stradine in quel di Camporeale, soprattutto dopo la bomba d’acqua dei giorni precedenti. Difficile pensare di potersi trovare così bene in un territorio che, confesso, non conoscevo.
C’è una Sicilia diversa, una Sicilia fatta non solo di mare ma anche di grande accoglienza. Una Sicilia fatta di una terra esaltante, di una raffinata semplicità e di vini sorprendenti.
Francesco Spadafora ti fa sentire a casa, e la sua passione è il miglior benvenuto che possa accogliere la nostra visita.
Un benvenuto che inizia a tavola, con una cucina capace di trasmettere alo stesso tempo l’ospitalità, il valore della materia prima e il piacere di ricercare abbinamenti diversi. Un benvenuto che continua nel calice, con un Grillo di annata (2013) che ancora galoppa nel bicchiere, un Orange “Siriki” 2015 capace di affascinare e la maestosità di un Cabernet Sauvignon “Schietto 2001”.
Ma è in cantina che Francesco si vede palesemente a suo agio. Insieme alle sue 27 vasche in cemento gradualmente ristrutturate. Insieme a sua figlia Enrica. Ogni vasca un assaggio. Ogni vasca il racconto di una passione.
E poi seduti sotto un albero, con le sue terre alle spalle, con la fierezza di chi ama sperimentare ma rimanendo entro i canoni di chi il vino vuole farlo naturalmente, con i propri lieviti, sfruttando al meglio le altezze, il clima e tutto quello che la natura circostante è in grado di offrire.
Bel posto. Bella atmosfera.
Se mi capiterà, consiglierò di farla quella stradina tortuosa, perché vale proprio la pena percorrerla e godersi la sorpresa finale😊