Il Taburno di Fattoria La Rivolta

Sono in trasferta per lavoro e sono nel Beneventano, territorio che conosco poco.
Ho solo mezza giornata a disposizione ma sono nel pieno della DOC Taburno e non posso perdere l’occasione di fare un salto nell’azienda di Paolo Cotroneo, la “Fattoria La Rivolta”.

Appena arrivo si apre uno spicchio di paradiso.
Un casale in pietra circondato di verde che si affaccia sui vigneti dell’Azienda. Fattoria La Rivolta è una azienda che ha ricevuto la certificazione Bio fin dal 2001. Una cura che comunque, a parte le certificazioni, si vede a colpo d’occhio, dall’architettura che riprende la “pietrosità” del territorio all’estetica di una terrazza che “apre” lo sguardo su un panorama mozzafiato, agli “hot spot” in vigna, piccole aree coltivate a frutta o erbe aromatiche (o altro) destinate ad attrarre insetti e a favorire la biodiversità.

Ma tante anche le attenzioni in cantina, “raccontate” da Giuseppe Tribuno, il cantiniere dell’azienda, nostro cicerone in questa caldissima mattinata di agosto, come ad esempio un “vinodotto” (si, mi piace chiamarlo così) che collega due locali di cantina in modo sotterraneo evitando così una esposizione a temperature elevate.

Siamo nella zona della Falanghina, del Greco, del Fiano e dell’Aglianico. Rimane difficile pensare che questo territorio, a cavallo degli anni 60 fosse stato in gran parte dedicato alla coltivazione del tabacco… e sembra che sia stata proprio la nascita della DOC “Aglianico del Taburno” a favorire una riconversione delle coltivazioni.

Dopo un giro in cantina arriviamo alla sala degustazioni, non senza notare una “robusta” presenza di foto di mongolfiere appese alle pareti. Ma non solo alle pareti. Scoviamo anche un Rosato il “Le Mongolfiere a San Bruno” che cattura la mia attenzione. Un vino celebrativo, un Aglianico del Taburno, una etichetta dedicata ad un evento. Un perfetto esempio di integrazione con il territorio.

Veniamo ai vini. E qui devo fare una confessione. Qualcosa ho provato qui, qualcosa a casa…
Siamo arrivati in sala degustazione alle 9.30, ancora con il sapore del cappuccino in bocca e sinceramente parlando io non ho ancora il coraggio, la determinazione e la freddezza di molti miei colleghi di lanciarmi in una calda degustazione estiva di prima mattina.

Però il richiamo de Terra di Rivolta Riserva 2015 era forte, e quindi mi sono seduto e ci ho messo il naso dentro. E ce l’ho lasciato per un po’, provando e riprovando. Un Aglianico del Taburno, interessante, complesso, tanto da superare il ricordo di cappuccino (che era nella mia mente ma non più nella bocca, si intende). Tutto confermato. Quello che c’era nel naso lo ritrovo in bocca accompagnato da un tannino presente ma non ostile, insieme ad una leggera speziatura e mineralità che non guastano di certo.

Ho fatto bene a superare il gap psicologico del cappuccino. A questo punto sono incuriosito pure dal resto. Giusto il tempo di fare un paio di cento chilometri e ho nel bicchiere i due vini che ho portato via con me.

Taburno Falanghina del Sannio 2019, una falanghina che rispecchia le aspettative con le sue note fruttate e floreali e un accenno d finale amaro che non guasta

Le Mongolfiere a San Bruno Aglianico del Taburno 2017 Rosato. Un rosato di quelli che dal mio punto di vista mantengono il carattere del vitigno utilizzato, in aggiunta ai toni fruttati e alla nota sapida che rende gradevolissimo il sorso.

Due vini che metterò senza dubbio sulle mie tavolate estive….

In conclusione, forse la mia è stata una apparizione tropo fugace per un territorio che merita di essere visitato e goduto con più calma e più tempo a disposizione…

Grazie Paolo, anche se non c’eri l’ospitalità si è fatta sentire….tornerò presto a trovarvi!

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Maurizio Gabriele

Maurizio Gabriele

Fondamentalmente un curioso. Programmatore e sistemista pentito, decide di virare in modo netto verso il mondo della comunicazione, caratterizzato da progetti decisamente più stimolanti. Attratto dalla cucina sia come forma di espressione che di nutrimento e, inevitabilmente, dal vino. Sommelier dal 2018. In giurie internazionali dal 2020. Writer per passione. Entusiasta per scelta di vita.

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