Se c’è una cosa che non riesco a digerire è vedere su uno scaffale una bottiglietta d’acqua da 33cl al ragguardevole prezzo di € 4,30. E no, non è l’acqua della Ferragni.Non mi interessa quanto residuo fisso posa esserci né da dove viene e la quantità di silicio che contiene. Per me pensare a 13 euro per un litro d’acqua è immorale.
Premetto che non biasimo chi riesce, con una operazione di marketing a vendere acqua a quel prezzo. ognuno è padrone di vendere quello che vuole al prezzo che vuole, così come ognuno di noi è padrone di spendere 13 euro per portarsi a casa la bottiglietta con il suo marchio preferito ben evidente in bassorilievo sul vetro.
La mia è una semplice opinione personale. L’acqua esce dalla terra e non prevede un intervento umano – ovviamente mi riferisco alla materia prima – come potrebbe essere per una borsa, un capo di abbigliamento o un qualunque altro prodotto per il quale si renda necessaria una lavorazione o piuttosto l’intervento di un artigiano.
Per tirar fuori un litro di vino devi avere una vigna, mangiare terra, superare parassiti e intemperie.
Quindi raccogliere e lavorare in cantina e sperare che il frutto del tuo sudore porti buoni frutti.
Ma tornando all’acqua, torno a dire – io – che trovo immorale spendere quella cifra.
Io comprerò una bottiglia di buon vino. Oppure un litro di buona acqua a 0.50, utilizzando i restanti 12 euro circa per farci qualcosa di meglio, fosse un piccolo contributo ad una associazione meritoria, un povero all’angolo della strada o un pensionato che ha difficoltà ad arrivare a fine mese.
Ripeto, il lusso esiste ed esisterà sempre, ma il lusso sull’acqua non lo concepisco proprio.