Si, lo so, il paragone potrebbe sembrare impossibile, così come la scelta surreale.
Sono con amici. Il mio gruppo ordina all’unisono un Gin Tonic. Io vorrei un calice di vino, e oltre tutto non un vino qualunque, versato da una bottiglia qualunque che magari non riesco neanche a vedere (NB. Pessima abitudine, quella di molti ristoratori che quando prendi un vino alla mescita non ti fanno vedere la bottiglia…).
Ma se chiedo un calice di vino faccio la parte del vecchio?
Se provo a far capire che “Cannonau” di spaventoso ha solo il nome e che invece in bocca può riservare belle sorprese sembrerò un rompiscatole?
E’ un dilemma. Una domanda senza risposta. Si tratta di decidere se perseverare chiedendo vino o cedere alle dinamiche di gruppo optando per un Gin Tonic. Ma poi, che Gin mi metteranno nel bicchiere? No, sono spacciato. La scelta è ancora più estrema, e queste sono le ipotesi di comportamento:
A. No, grazie, sono astemio (poco credibile)
B. Io prendo un calice di vino, come va va (potenziale eno-suicidio)
C. Pretendo disperatamente di sapere cosa avrò nel bicchiere (sicuro diploma da rompiscatole)
D. Scandaglio tutto il locale per capire in anticipo che aria tira, cosa mi posso aspettare e scegliere la soluzione migliore (unica strada percorribile)
Comunque, tirando due somme, capire il vino a 19 anni può essere croce e delizia.
Delizia per quanto riguarda quello che avrò nel bicchiere.
Croce, per quanto riguarda la mia socialità 🙂