Campo Dé Fiori

Partiamo dalla foto, regolarmente acquistata da un sito di stock photo. La descrizione cita testualmente: ” Archivio Fotografico – Roma, Italia: Varietà di tradizionale pasta italiana in vendita a Campo de Fiori, famoso mercato all’aperto nel centro di Roma”.

Tradizionale pasta italiana. Ma quando mai.

Federico ha cambiato scuola, e va a due passi da Campo Dé Fiori. Per chi non lo sapesse Campo Dé Fiori è una piazza nel cuore di Roma, molto caratteristica, sede di un mercato storico. Un posto che ricordavo come uno di quelli “veri”. Ieri però, dovendo perdere 10 minuti nei pressi della scuola di Federico, mi sono fatto due passi verso la piazza, e ci sono rimasto molto male.

Nel perimetro bar e ristoranti. Nel centro bancarellone di prodotti totalmente turistici, per capirci quelli con la pasta colorata. quella pasta che nessuno di noi ha mai mangiato e mai si sognerebbe di mangiare. Quella pasta che costa più di un tartufo. quella pasta venduta da chi – e lo dico con rispetto – mangia quotidianamente riso Byriani (buono, tanto buono).

Poi, anche qualche banco di frutta, ma sembra messo dalla pro-loco giusto per non perdere la faccia.

Grande delusione. Ma perché dobbiamo abbandonare le nostre tradizioni “vere” per lasciare spazio a cose che non fanno parte della nostra cultura? Perché continuiamo a vendere pasta colorata, fettuccine Alfredo e Lasagna Bolognesa?

 

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Maurizio Gabriele

Maurizio Gabriele

Fondamentalmente un curioso. Programmatore e sistemista pentito, decide di virare in modo netto verso il mondo della comunicazione, caratterizzato da progetti decisamente più stimolanti. Attratto dalla cucina sia come forma di espressione che di nutrimento e, inevitabilmente, dal vino. Sommelier dal 2018. In giurie internazionali dal 2020. Writer per passione. Entusiasta per scelta di vita.

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