Si, “buongiorno”…
Mai e poi mai avrei pensato, nel corso della mia giovane “carriera” di degustatore, di dover iniziare una giornata a suon di rossi toscani.
Sono abbastanza mattiniero, ma tendenzialmente predisposto a iniziare con pane e marmellata, magari un cornetto.
Oppure un maritozzo con panna quando – con la scusa di portarlo a mio figlio Federico – ne approfitto per strafare.
E invece vino.
Maurizio Valeriani di Vinodabere.it invia con grande nonchalance una chiamata alle armi del tipo “…allora ok, si degusta domani alle 9.30“.
Ok, provvedo ad una rapida sostituzione della tazza con il calice e sono pronto.
Sono curioso.
Negli ultimi tempi c’è stata molta Toscana nei miei assaggi, e mi piace l’idea di approfondire ulteriormente.
Questa volta siamo con Corte dei Venti, azienda che confesso di non conoscere, ma i miei compagni di degustazione di quei territori conoscono anche il nome delle pietre, per cui mi lascio coccolare dalle loro introduzioni.
Siamo nel versante sud-est di Montalcino, in una zona di “confine” con la DOC Orcia.
Una zona fatta di terre rosse e vento, e a presentare i vini in degustazione c’è una super accogliente Clara Monaci, che ho avuto di conoscere per la prima volta in questa occasione (e non sarà l’ultima!).
5 le bottiglie sul mio tavolo.
5 bottiglie al posto di cornetti e maritozzi con panna.
Ma ne è valsa la pena.
Sant’Antimo Rosso 2017 Poggio dei Lecci
Sangiovese, ma in blend con alcuni internazionali.
Irruento appena aperto, ma decisamente più piacevole già dopo qualche minuto che era nel bicchiere.
Per essere un vino di ingresso è un signor vino di ingresso.
Le Terre Rosse 2018
Una speziatura immediata anche nel naso, con un sentore di chiodi di garofano in evidenza.
Anche in bocca una piacevolezza immediata. Elegante, con una bella persistenza e un tannino garbato
Brunello a parte, il mio preferito.
Silvana 2016
Il giusto “seguito” per il Terre Rosse, ma con ancora più carattere.
Ritrovo una speziatura in comune con il Terre Rosse, però ancora più presente soprattutto nel finale.
Anche questo vino estremamente elegante, piacevole, facile da bere.
Rosso di Montalcino 2018
Si torna al Sangiovese e si torna in modo netto, con una ciliegia che spicca al naso.
Un vino rotondo, nel quale mi sembra di trovare ancora un po di speziatura come filo conduttore tra questo e i due vini precedenti.
Brunello di Montalcino 2015
Ecco perché è valsa la pena rinunciare al mio maritozzo con la panna.
Già dal naso si annuncia come qualcosa di complesso ed estremamente elegante.
Alla speziatura si aggiunge una nota balsamica. Forse anche un filo di liquirizia.
Il tannino è di quelli che lasci con piacere navigare nella tua bocca. Deciso ma raffinato.
Un vino che ho messo nel calice, ma che rimetterò stasera e domani e…e che mi sarebbe piaciuto avere in cantina per riscoprirlo tra qualche anno.
Ancora una volta Montalcino, però con qualcosa di diverso dal solito.
Clara, a fine degustazione ci detto “passateci a trovare…“. Puoi contarci!