Bollicine del 2009?

Bollicine e sboccatura.  Momento di degustazione alla 5a lezione del mio corso AIS.

E’ il momento di un rosato. Confesso che sono prevenuto: ho una certa avversione per i rosati, forse per il fatto di non averne imbroccato finora uno degno dei fratelli rossi, bianchi e perlati.

Crosta di pane” esclama Luca Radicchi il brillante docente di questa sera (oh, un aretino divertente, chiaro e profondo… speriamo ci sia sempre lui!). Si vabbè “crosta di pane” penso io…

Metto il naso e cavolo, veramente sento la crosta di pane. Eureka, la terza volta che riesco a distinguere un profumo in modo netto.

Si guarda, si studia, si beve, si scopre la bottiglia. Un Trento Doc Ferrari Rosè 2009.

Ma come 2009… ma non è vecchio?

bordolese-it-giulio-ferrari-riserva-del-fondatore-2004-4Se io trovassi su uno scaffale una bollicina del 2009 mi aspetterei una cosa spenta e vecchia, “scialita” come disse una volta un amico viterbese. E invece no, vitale e degno di nota. A fine lezione chiedo a Luca (l’insegnante) e mi spiega che è in bottiglia dal 2009, ma girando la bottiglia mi fa notare una minuscola – veramente piccola – notazione sul retro della bottiglia con scritto “sboccato nel 2015”. Quindi messo in bottiglia nel 2009, ma sboccato nel 2015, ed è quello che conta.

Svelato l’arcano. Quindi, ricordatevi sempre che oltre all’etichetta esiste la controetichetta.

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Maurizio Gabriele

Maurizio Gabriele

Fondamentalmente un curioso. Programmatore e sistemista pentito, decide di virare in modo netto verso il mondo della comunicazione, caratterizzato da progetti decisamente più stimolanti. Attratto dalla cucina sia come forma di espressione che di nutrimento e, inevitabilmente, dal vino. Sommelier dal 2018. In giurie internazionali dal 2020. Writer per passione. Entusiasta per scelta di vita.

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