A Montefalco con Filippo Antonelli

Sono di ritorno dalle Marche, e l’istinto mi dice di fare una deviazione alla volta di Montefalco. Parlo di istinto in quanto il Sagrantino è per me una passione in quanto trovo che via un vitigno capace di confermare ogni volta la sua identità, sia che si tratti di una versione rude che di una più addomesticata.

Scrivo sul mio navigatore “Antonelli San Marco” e in meno di un’ora sono in Azienda.

Un’Azienda che parte da lontano, e si sa, quando io intravedo “storia” mi lascio sempre conquistare dai racconti, dai manoscritti e dall’osservazione delle trasformazioni che una azienda è stata in grado di affrontare.

Ad accompagnarmi in questo percorso c’è Filippo Antonelli, unico non-avvocato in una famiglia di avvocati, alla guida dell’azienda dal 1986. Una azienda che, come racconta Filippo, nasce basando le proprie attività sulla promiscuità: non solo vino negli oltre 190 ettari di terra, ma anche olio.

Mi lascio affascinare dalla storia, da una tenuta di proprietà del Vescovo di Spoleto acquistata alla fine del 1800 con il rischio di una scomunica papale, così come dai tanti documenti che Filippo inizia a sfogliare. Documenti che testimoniano una grande attenzione per la terra, per la produzione e per chi la doveva lavorare. Ma del resto, è sufficiente guardarsi intorno per capire come funzionano le cose qui, e da tempo. Ad esempio leggendo delle “attenzioni alle condizioni di vita dei coloni” già a fine ‘800 per poi arrivare ad una più recente certificazione Bio ottenuta nel 2012  o alle cantina progettata per la vinificazione a caduta.

E’ invece dal 1979 che si inizia a imbottigliare, ed è in una sala ricolma di storia che insieme a Luca Rosati si inizia a parlare di vino. Tra un racconto di Filippo Antonelli e i calici riempiti e raccontati da Luca cado in una sorta di Nirvana Umbro (che però non mi posso permettere, visto che sono in viaggio…).

Si parla del vino, della situazione attuale e di come vanno le cose a Montefalco visto che Filippo è anche presidente del Consorzio Tutela Vini di Montefalco.  Poi è il momento della degustazione. Si inizia dai bianchi e la conversazione cade sulle grandi potenzialità del Trebbiano Spoletino, ma è a questo punto, dopo Grechetto e Trebbiano Spoletino che al terzo calice arriva il colpo di fulmine.

Anteprima Tonda Trebbiano Spoletino 2018.

La vigna tonda è una vigna effettivamente di forma circolare che spicca tra i vigneti di Antonelli. La si trovava nelle mappe dei primi del ‘900 ed è stata riprodotta secondo quel modello. Si è pensato a questa vigna per un Cru. “Anteprima Tonda” è l’anticipazione di questo cru. Un vino pensato in anfora, con fermentazione spontanea e macerazione sulle bucce. Un vino che al naso sprigiona quanto di più balsamico si possa immaginare. In bocca altrettanto. Buono fresco ma capace di esprimersi anche con qualche grado in più di temperatura.

Un vino che è un peccato raccontare. Si deve bere.

Ok. Sarà difficile andare avanti. Si va in sequenza con il carattere del Montefalco Rosso Riserva 2016, un vino tanto interessante adesso ma che mi riservo di lasciare in cantina  per farmi sorprendere tra qualche anno. Si continua con un Contrario Umbria IGT 2017, il cui nome esprime al meglio la volontà di provare un Sagrantino di facile beva (e io facilmente lo mando giù ????).

Lasciamo quindi spazio al Sagrantino DOCG, in versione 2015 e 2009.
E’ lui. E’ il Sagrantino: deciso ma mai eccessivo. Capace di mantenere identità e impeto senza strafare. Capace di conquistarti e metterti appetito, sia la 2015 che la 2009. Ogni annata a modo suo, ma sempre con la conferma dell’identità di quello che è uno dei miei vitigni preferiti.

Ma non è finita qui. “Chiusa di Pannone” è una vigna alta e che gode della migliore esposizione.
100% Sagrantino che fa 30 mesi in botti di rovere. Un vino decisamente più complesso, nel quale mettere il naso più e più volte e con una attenzione diversa. Posso definirlo un Sagrantino elegante?

Ma arriva anche un Sagrantino Passito.
Piacevole anche questo in quanto la dolcezza è bilanciata in modo tale da rispettare i tratti del sagrantino.

Devo guidare. Resta molto nei miei calici, ma tutto quello che dovevo sentire e provare l’ho provato. Torno a casa portando con me la conferma di un grande vitigno che si esprime al meglio, e in modi diversi, grazie al lavoro al quale una azienda storica come Antonelli. Mi porto a casa l’accoglienza di Filippo e la cordialità di Luca. Mi porto a casa anche la curiosità del Trebbiano Spoletino un vitigno che fino ad oggi conoscevo poco.

Per favore fatemi sapere quando l’”anteprima” tonda si evolverà da “anteprima” in qualcosa di diverso.
Quel giorno, voglio esserci!

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Maurizio Gabriele

Maurizio Gabriele

Fondamentalmente un curioso. Programmatore e sistemista pentito, decide di virare in modo netto verso il mondo della comunicazione, caratterizzato da progetti decisamente più stimolanti. Attratto dalla cucina sia come forma di espressione che di nutrimento e, inevitabilmente, dal vino. Sommelier dal 2018. In giurie internazionali dal 2020. Writer per passione. Entusiasta per scelta di vita.

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