4 Friulani in degustazione per “Doc Friuli & Friends”…

Siamo in degustazione, invitati da MG Logos per una delle tappe di “Doc Friuli & Friends” organizzato dal Consorzio della Doc Friuli e da MG Logos stessa. Siamo insieme a Stefano Carboni, Matteo Bellotto, Gianmarco Nulli Gennari e Luca Sessa. Ovviamente, fuori portata della mia webcam c’è anche mio figlio Federico, prossimo al suo esame WSET…:)

Il vitigno è il Tocai Friulano, ma il vino ha dovuto rinunciare alla parola “Tocai” a causa di una querelle con gli ungheresi, per cui oggi parleremo di “Friulano“. Un vitigno diverso da quello ungherese e una parentela prossima, almeno così sembra, con il francese sauvignonasse.

I vini che abbiamo sul tavolo vengono da una posizione geografica apparentemente simile, ma dalle caratteristiche diverse. Siamo vicini al confine con la Slovenia, ma nonostante la vicinanza delle zone di provenienza, le differenze nei vini in degustazione si fanno sentire. Vini che si annunciano con un meraviglioso bouquet floreale, con sentori che indubbiamente ti invitano ad andare subito oltre la fase “olfattiva”.

Li apro insieme a mio figlio Federico, come già detto oramai anche lui sulla strada della perdizione 🙂 e condivido insieme a lui l’assaggio. Quattro Friulani in degustazione, ma 4 caratteri diversi al punto tale da stimolare alcuni momenti di riflessione, in primis uno scambio di idee per quanto riguarda la sequenza di assaggio.

Ma passiamo ai vini

ERMACORA Friulano 2019

Una famiglia operativa sul territorio fin dal 1922. Quattro generazioni che attualmente operano su 46 ettari al confine con la Slovenia nel comune di Premariacco, con terreni ricchi di arenarie e marne e un approccio particolarmente attento alla sostenibilità, sia in vigna che in cantina.

Un vino che ti accoglie nel bicchiere con un bouquet molto ricco e immediato. Piacevole al sorso ed altrettanto immediato al punto tale da pensarlo come un vino capace di mettere d’accordo tipologie diverse di fruitori. Una beva che porta a tornare più volte al bicchiere, con frutta bianca in primo piano e una piacevole pungenza. Una nota erbacea ne connota la parentela con il sauvignon. Federico, mio figlio, sottolinea un finale amaro più di scorza d’arancia che di mandorla, come solitamente si trova nei Friulano.

 

 

VIGNA PETRUSSA Friulano 2019

Ci spostiamo un po’ più ad est, dell’azienda guidata da Hilde Petrussa e dalla sua attenzione per le varietà autoctone. Siamo nelle terre dello Schioppettino, in un terroir caratterizzato da un terreno di marna eocenica (ponca) e dalla esposizione a correnti d’aria, con escursioni termiche capaci di favorire la formazione degli aromi nelle uve.

Aromi che nel vino si ritrovano tutti, con un approccio olfattivo di benvenuto di grande impatto, fatto di fiori, agrumi e da una piacevole nota mielosa. Un vino di buona struttura nel quale si avverte un utilizzo moderato della botte grande. Equilibrato e con un giusto finale tendenzialmente amaro.

 

 

TENUTA BELTRAME Friulano 2018

Una tenuta abbandonata per lungo tempo fino a quando, nel 1991 la famiglia Beltrame decide di intervenire con una azione di recupero fatta di interventi il cui scopo era quello di restituire alla tenuta gli splendori di un tempo e di valorizzare la vocazione vinicola di questo territorio. Siamo più vicini al mare, con terreni franco-argillosi e un clima il quale con alternanza di inverni freddi ed estati calde favorisce una lenta maturazione delle uve.

Un vino, frutto dell’unione di diverse varietà clonali dello stesso vitigno, sul quale sono “tornato” più volte e che è riuscito ad esprimersi meglio in seconda battuta. Il primo approccio è caratterizzato da una nota floreale ricca ma da un assaggio nel quale la sensazione di pseudo-calore è stata dominante rispetto al resto. Diverso al secondo assaggio, con l’alcol che cede il passo ad un leggero residuo zuccherino e una leggera astringenza sul finale. Confesso di averlo provato anche il giorno dopo, opportunamente chiuso a pressione, e di averlo trovato decisamente più equilibrato.

 

 

LIS FADIS Sbilf Friulano 2013

Siamo a sud di Cividale del Friuli, su colline non alte ma con pendii che garantiscono una buona esposizione solare. In queste terre fatte di marne e arenaria, le fate si chiamano “Lis Fadis” e, oltre al nome dell’azienda, anche “Sbilf”, il nome di questo vino, è il nome di un folletto.

Quasi otto anni per l’ultimo vino di questa degustazione. Sul mio blocco degli appunti, dopo alcune annotazioni, sono tornato in cima al testo e ho scritto “lungo nella sue tenue eleganza”. Non mi aspettavo di trovare tanto equilibrio. Ancora fresco, elegante, di grande carattere e con un filo di astringenza, senza mai eccedere. Un vino che ti conquista, ma un po’ per volta.

In chiusura di degustazione Stefano pone si domanda in che modo proporre un vino come Sbilf 2013 ad un cliente di ristorante. Domanda che mi intriga e mi riporta a quella che avverto come grande esigenza fin dal primo giorno in cui mi sono avvicinato al mondo del vino: comunicare il vino in modo semplice, avvincente, coinvolgente. Penso che quella della comunicazione semplice sia percepita oramai come una necessità, probabilmente con poco riscontro pratico ma, secondo le opinioni dei miei compagni di degustazione, dovuta alla mancanza di tempo (in sala ovviamente). Condivido, ma credo che un piccolo sforzo si possa sempre fare…

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Maurizio Gabriele

Maurizio Gabriele

Fondamentalmente un curioso. Programmatore e sistemista pentito, decide di virare in modo netto verso il mondo della comunicazione, caratterizzato da progetti decisamente più stimolanti. Attratto dalla cucina sia come forma di espressione che di nutrimento e, inevitabilmente, dal vino. Sommelier dal 2018. In giurie internazionali dal 2020. Writer per passione. Entusiasta per scelta di vita.

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