di Germana Grasso

La manifestazione si svolge nella Knaresborough House, l’ex sede del municipio, oggi destinata a manifestazioni di vario genere. All’esterno è un grazioso cottage che si affaccia su un curatissimo prato con in mezzo la Union Jack, la bandiera inglese, sapientemente composta da fiori. All’interno l’ambiente è molto semplice, spoglio direi, ma si percepisce la voglia di divertimento ed il vero senso della comunità. Anziani e giovani coppie con bambini condividono i tavoli o si lanciano in mezzo alla pista per sfrenarsi al ritmo del rock dal vivo. Sul fondo della sala è stato allestito un lungo bancone con le bocchette per la spillatura. Delle birre selezionate (una trentina circa) purtroppo non tutte sono disponibili a causa dell’affluenza pomeridiana. Peccato, avrei assaggiato volentieri la Pentathlon della Rooster’s Brewery, una Pale Ale prodotta con cinque tipi di luppolo provenienti da varie parti del mondo, cinque come i cerchi simbolo delle Olimpiadi.
Assaggio la Clash London Porter della Revolutions Brewery di Castleford, una Dark Ale dalla schiuma compatta e persistente all’inizio. Al naso si percepisce un sentore di caffé tostato e rabarbaro. In bocca ritrovo il caffé che svanisce per lasciar posto all’amaro del bergamotto. È sicuramente una birra dal carattere forte, che abbinerei a piatti di carne grassa e dai condimenti dai gusti decisi, come usano nello Yorkshire.
La Black della Ikley Brewery nasce da un blend di cinque malti che la rende morbida e complessa. Nel finale ha un piacevole accenno di liquirizia. Della stessa casa la Summer che ha un colore dorato, qui la definiscono “light” e lascia un sapore di agrume, di vaniglia e di mango.
La Pride of Westmoreland della Barngates Brewery di Ambleside è una birra artigianale, fatta con luppolo della Nuova Zelanda, il cui aroma di frutti rossi smorza il naturale amaro del “bitter style”. Un classico è la West Coast Red Ale della Bristol Beer Factory, una birra ricca e mediamente corposa con un intrigante accenno di caramello. Tra le birre locali, prodotte proprio a Knaresborough dalla Rooster’s, ci sono anche la Buckeye, una Ale ricavata da luppolo americano e neozelandese, che le conferisce un rinfrescante aroma di agrume e la White Rose, una “charity beer” che sostiene il Saint Michaels Hospice: una Ale leggermente amara con finale di agrumi.
La Pride of Westmoreland della Barngates Brewery di Ambleside è una birra artigianale, fatta con luppolo della Nuova Zelanda, il cui aroma di frutti rossi smorza il naturale amaro del “bitter style”. Un classico è la West Coast Red Ale della Bristol Beer Factory, una birra ricca e mediamente corposa con un intrigante accenno di caramello. Tra le birre locali, prodotte proprio a Knaresborough dalla Rooster’s, ci sono anche la Buckeye, una Ale ricavata da luppolo americano e neozelandese, che le conferisce un rinfrescante aroma di agrume e la White Rose, una “charity beer” che sostiene il Saint Michaels Hospice: una Ale leggermente amara con finale di agrumi.
Nello Yorkshire c’è la consuetudine di riunirsi nei pub per socializzare e bere una buona pinta di birra. Ci congediamo dal beer festival e ci spostiamo in un tipico pub inglese. È sabato sera e per le stradine di Knaresborough si può ascoltare il rumore dei propri passi, tranne quando si passa davanti ad un pub. Vociare, musica, risate e cori mi assalgono e mi attirano. Non posso non rallentare e sbirciare attraverso le finestre dai vetri smerigliati. Ci troviamo in Market Place, la piazza del Mercato, che si tiene ogni mercoledì dal 1310 e dove ogni settimana il banditore del paese, in costume d’epoca, richiama l’attenzione dei passanti a suon di campana sugli eventi più importanti avvenuti a Knaresborough.
Su Market Place si affacciano due tipici pub inglesi, il Blind Jack’s, che prende il nome dal costruttore delle strade del paese, John Metcalf, nato nel 1717, divenuto cieco all’età di sei anni, e l’Old Royal Oak, il più antico pub di Knaresborough, antecedente al 18esimo secolo. L’Old Oak ha mantenuto la vecchia struttura della locanda: tavolacci in legno, panchine e sgabelli contornano il bancone che divide in due la sala, in cui gli avventori si sfidano a suon di acuti in una gara di karaoke. “Keep calm and drink beer” recita una scritta. Ottimo consiglio, faccio una foto e ci accomodiamo ad un tavolo. Assaggio una classica, scura, amara e voluttuosamente schiumosa Guinness. Dal bancone si avvicina un uomo e mi indica una scritta misteriosa su una porta: IYBMADIWTY! Mi lancio in supposizioni fantasiose, storiche e culturali. Niente di tutto ciò. “If you buy me a drink I will tell you”, dice l’uomo sciogliendo l’arcano. “Se tu mi compri da bere, te lo dirò!”. Sorrido. Un modo originale per incrementare le vendite!
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Su Market Place si affacciano due tipici pub inglesi, il Blind Jack’s, che prende il nome dal costruttore delle strade del paese, John Metcalf, nato nel 1717, divenuto cieco all’età di sei anni, e l’Old Royal Oak, il più antico pub di Knaresborough, antecedente al 18esimo secolo. L’Old Oak ha mantenuto la vecchia struttura della locanda: tavolacci in legno, panchine e sgabelli contornano il bancone che divide in due la sala, in cui gli avventori si sfidano a suon di acuti in una gara di karaoke. “Keep calm and drink beer” recita una scritta. Ottimo consiglio, faccio una foto e ci accomodiamo ad un tavolo. Assaggio una classica, scura, amara e voluttuosamente schiumosa Guinness. Dal bancone si avvicina un uomo e mi indica una scritta misteriosa su una porta: IYBMADIWTY! Mi lancio in supposizioni fantasiose, storiche e culturali. Niente di tutto ciò. “If you buy me a drink I will tell you”, dice l’uomo sciogliendo l’arcano. “Se tu mi compri da bere, te lo dirò!”. Sorrido. Un modo originale per incrementare le vendite!
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