C’è un pesce che spesso troviamo sul banco delle pescherie. E’ di aspetto buffo e rossiccio, non a caso si chiama anche “gallinella”. Ad Anzio, ed anche altrove, lo chiamano “Coccio”, e io preferisco chiamarlo così.
Nella mia testa “coccio” chiama sugo, e sugo chiama calamarata. Il coccio, oltretutto, già quando è di media misura è facilmente sfilettabile, per cui potete tranquillamente realizzare un piatto di pasta piacevole anche per quelli che “le spine proprio non le sopporto…”.
Cominciamo preparando il pesce. Se andate di corsa fatelo a trancetti. Se avete tempo provate a sfilettarlo. Per carità di Dio, fate attenzione alla testa: solo nelle “guance” ci sono due bocconi principeschi.Buttate tutto in una casseruola larga con aglio e peperoncino. Fate rosolare per qualche minuto. Aggiungete una bottiglia di buona passata di pomodoro. Allungate con acqua e fare ritirare cuocendo per almno una decina di minuti.
Con questa salsa ci vedo bene dei paccheri. Scolateli al dente e saltateli per un minuto, anche fuori dal fuoco. Buon appetito.
Un suggerimento e una raccomandazione.
Potete sostituire la passata con una abbondante quantità di pomodori ciliegino, avendo cura di schiacciarli a metà cottura in modo che rilascino un po’ di liquidi. In tal caso ricordatevi di lasciarvi da parte un po’ di acqua di cottura della pasta in quanto vi servirà in fase di chiusura.
La raccomandazione è la solita: non sottovalutate gli scarti del pesce (non le interiora!). Fateci un fumetto e usatelo nella vostra cucina, anche in aggiunta all’acqua di cottura della pasta. E’ li che troverete tutti i profumi del mare, e sono quelle piccole cose che fanno la differenza.