Di fatto, questa è stata la mia prima partecipazione al Concours Mondial de Bruxelles. O meglio, avevo già avuto modo di metterci il naso alla “Rosé Selection” del 2021, ma la grandeur del CMB ho avuto modo di toccarla con mano solamente in questa occasione.
Più di 300 giudici provenienti da tutto il mondo. Più di 7.000 vini in degustazione. Un intero palazzetto dello sport, quello di Rende, allestito per l’occasione. E, confesso, fino a che non si sono aperte le porte del palazzetto, sinceramente, non mi ero reso conto della portata di questo evento.
Il “Concours” è sicuramente un evento che per numeri, allestimento e stile di presentazione tende a lasciarti frastornato peri primi dieci minuti (almeno per me), per poi lasciare il passo ad un approccio diverso.
In primis per le novità tecnologiche che sono state introdotte in fase di valutazione: indubbiamente un salto in avanti fatto dal Concorso, per il quale non sono più richiesti solo i punteggi da assegnare ai vari parametri da valutare, ma anche una valutazione “testuale” la quale sarà poi interpretata da un sistema di intelligenza artificiale. Di fatto, una learning machine che ha permesso ai presidenti di giuria di fornire un report già alla fine di ogni sessione, così come all’organizzazione di poter disporre in tempo reale di quelli che mi sentirei di definire dei “wine big data”.
Ok la tecnologia, che rappresenta un 25% del mio “essere”. Poi però c’è l’altro 25%, che è rappresentato dalle persone. Sarà la mia curiosità, forse la mia fame di sapere e di confronto, ma trovo sempre molto stimolante condividere una esperienza con persone di altri paesi. Questa volta l’ho fatto con Christoph, il mio presidente belga, Alain in rappresentanza della Francia, Alain dal Canada e Josep per Andorra. Un bel gruppo, simpatico e collaborativo, oltre tutto risultato alla fine delle tre sessioni molto coerente nei giudizi dati.
E poi un altro 25% lo assegnerei ai vini. Di fatto un viaggio sull’ottovolante. Dai Syrah rumeni ai Mersault cinesi passando per Spagna, Francia, Portogallo e chi più ne ha più ne metta. Interessante è dire poco. Se avevo fame di conoscenza, torno a casa a pancia piena…
Ma manca un 25%. In questo caso con tutta probabilità assegnerei una percentuale ben maggiore a quello che ho scelto di chiamare, istintivamente “il Respiro Calabrese”.
Se è vero che oramai vino e territorio non possono più viaggiare separati, il CMB 2022 è da mettere in archivio come una bella case history, da raccontare a chi vuole pensare in modo efficace a questo tipo di binomio.
Ho sentito, percepito e respirato Calabria dal primo all’ultimo momento di questa avventura.
L’accoglienza della location. La presenza di “Calabria” dal semplice biscottino alla liquirizia presentata in ogni forma e consistenza. Da ogni spuntino, pranzo e cena fatta di prodotti locali – molto locali – e, con mio profondo stupore, senza incontrare troppo il luogo comune della “Nduja” alla quale siamo sempre portati ad associare i prodotti calabresi. Fino alla musica, presente in ogni momento, e poi il territorio…
Giornate sfiancanti quelle al Concours Mondial di Bruxelles. Sfiancanti anche per me che in ogni mio viaggio sono abituato a “investire” e divorare ogni minuto del mio tempo a disposizione. Sfiancanti ma di quelle che ti fanno vivere fino in fondo un territorio. Finita la sessione di degustazione? Ok, si pranza e poi tutti “noi 300” distribuiti su bus diversi in partenza per accompagnarti alla scoperta di paesi che non ti aspetti.
Altomonte, ad esempio. Un gioiello di paese. Una posizione spettacolare, talmente arroccata da mettere in crisi il nostro navigato autista di navetta, ma anche una vista mozzafiato e un museo ancora più mozzafiato. Però, questa Calabria…
E poi altri giorni, altre sessioni, altri vini e altra Calabria. Dalla masterclass su Olio e Metodo Classico fino alla serata finale con la cena di gala al Queen Mary di Montalto Uffugo, location in stile Las Vegas nella quale la cena ha rapidamente lasciato il posto ad un piacevole momento di euforia danzante.
Oddio, ma quante cose mi sono dimenticato di raccontare…?
Il Bloody Mary alla ‘nduja sicuramente. I ricevimenti in costume d’epoca pure. E poi la ripida salita al Castello Svevo per la serata organizzata dalla Doc Cirò…
Pensandoci bene, sette giorni compressi in tre.
Una sorta di “overdose calabra” di sicura efficacia. Ma penso sia doveroso spendere due parole per chi ha organizzato questo Concours Mondial de Bruxelles 2022.
Nulla lasciato al caso. La parte “professional”, molto professional tra AI e tablet. Il servizio svolto egregiamente dai giovani dell’alberghiero (credo). La parte istituzionale accompagnata da contenuti media talmente belli ed efficaci al punto tale – tra Croazia, Guadeloupe e Sud Africa – da farti venir voglia di piantarci le tende. E poi la Calabria che ha fatto la sua parte mettendo in mostra la parte migliore di se.
Bravi Baudouin, Quentin, Karin, Carlo e Gennaro.
E se me ne sono dimenticato qualcuno fatemi sapere, che sarò disposto a pagare pegno ????