Pensare a Stefano Cinelli Colombini di Fattoria dei Barbi come a un produttore di vino è riduttivo.
Stefano è, a mio modesto parere, una persona da frequentare il più possibile. Una persona, anzi un personaggio da affiancare e dal quale succhiare più cultura possibile. Che si tratti di una pietra, di un vino, di una fotografia o di un piatto di pasta, con Stefano tutto prende la forma di un racconto e, perdonatemi l’improbabile paragone, non c’è “Games of Thrones” che tenga al cospetto dei suoi racconti.
Trovo affascinante il suo amore per la vera cucina toscana, quella fatta non di sola carne ma di ricette storiche quali il collo di nana ripieno con salsa verde (un’oca) o della suprema di faraona al vin santo su schiacciata di fagioli o del “caffè in forchetta”. Trovo estremamente coinvolgente, se non quasi commovente, trovare foto d’epoca appoggiate sulle botti di Brunello: un modo molto efficace di farti capire da cosa veniamo e dove siamo adesso. Trovo altrettanto intrigante trovare in una vetrina un libro dei primi del 900 con un titolo del tipo “fare vino rende le gambe belle”.
Di cose che hanno creato emozione ce ne sono a non finire.
Dalla parete arredata con il recupero delle ceramiche di tutti i numeri civici dismessi a Montalcino al manifesto con grafica futurista. Dalla vendita effettuata su un bancone recuperato da una dismissione del tribunale a un dipinto murale nel quale si capisce come Fattoria dei Barbi avesse adottato un “sistema aziendale” fin dai tempi in cui questa definizione poteva apparire strana.
Scrivendo mi rendo conto che non sto parlando di vino, ma forse è normale viste le distrazioni che questo luogo propone. Mi soffermo solo sull’etichetta, esempio di come una semplice etichetta possa aver meritato attenzione in tempi nei quali marketing e comunicazione non erano sulla bocca di tutti. Un esempio di semplicità ed efficacia: stemma di famiglia, ma su fondo blu. Innovativo, efficace e resistente al tempo. Come un buon Brunello.
Non voglio scrivere molto su Fattoria dei Barbi.
Penso, inconsciamente che questo sia un mio atteggiamento mentale per non considerare conclusa questa visita.
Ci voglio ritornare, e con molto tempo a disposizione….